INDIA I MAHA KUMBH MELA


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INDIA MAHA KUMBH MELA,TRIVENI SANGAM IL VASO DÌ PANDORA –  

Mauni Amavasya Snan

MAHA KUMBH MELA 5 IL VASO DI PANDORA DSC_2564

Milioni di hindu, dimenticando la casta a cui appartengono, la regione di provenienza e lo status sociale si riversano nel Fiume Sacro per una sorta di bagno purificatore. Questo è il Maha Kumbh Mela, il giubileo hindu, il mese in cui il Cielo feconda la Terra e lo fa in India, dove milioni di fedeli si riversano ad Allahabad nell’Uttar Pradesh per immergersi nel luogo della triplice confluenza delle acque sacre dei fiumi Gange, Yamuna e il mitico Saraswati, località nota per questo come “Triveni Sangam” (il triplice incontro), per partecipare al più grande raduno religioso e umano di tutti i tempi. “Mela” equivale a incontro o festa, ma non è un semplice raduno religioso, è un coinvolgente grandioso pellegrinaggio che si svolge in corrispondenza di fiumi associati alle saghe mitologiche della letteratura sacra hindu, che lo fanno considerare come il periodo più propizio dell’India. Le origini di questo evento risalgono al tempo in cui gli Dei (Devtas) e Demoni (Asura) risiedevano sulla terra e si contendevano l’urna sacra (khumbh) che racchiudeva l’amritha, il nettare dell’immortalità. Il dio Jayantha si tramutò in corvo e riuscì a sottrarre l’urna fuggendo inseguito dai demoni. Durante la fuga si fermò quattro volte ed ogni volta alcune gocce di nettare uscirono dal vaso bagnando il suolo in quattro punti. Alcune scritture mitologiche tramandano che la guerra tra Dei e Demoni nel cielo è durata per dodici giorni per il possesso dell’urna sacra, per cui la commemorazione di questo evento Maha Kumbh Mela viene celebrata 4 volte ogni dodici anni in relazione ai quattro punti ritenuti luoghi sacri, dove la leggenda narra siano cadute le gocce di nettare, e corrispondenti ai quattro fiumi sacri: Haridwar sul fiume Gange, Ujjain sulla Shipra, Nasik sul Godavari, e Prayag (Allahabad) alla confluenza di Gange, Yamuna e il mitico fiume Sarasvati (un corso d’acqua sotterraneo scomparso da millenni). Di conseguenza il Maha (Grande) Kumbh Mela si celebra ad Allahabad (Prayang) dopo dodici Purna Kumbha Mela, ovvero dopo 144 anni. Il Purna (Completo, Integrale) Kumbh Mela si celebra in quattro luoghi principali (Prayang/Allahabad noto come Sangam, Haridwar, Ujjain, e Nashik) ogni 3 anni, a rotazione, mentre l’Ardh Kumbh Mela (“Mezza” Mela) in due luoghi (Haridwar e Prayag/Allahabad) ogni 6. Il penultimo Kumbh Mela è stato celebrato nel 2001 con 60 milioni di presenze. Nel 2013 invece la 12.a edizione del Maha Kumbh Mela (“Grande” Kumbh Mela) si è celebrata a Sangam, presso Allahabad con 100.000.000 di presenze concentrate nell’arco di 55 giorni con 7 bagni principali dal 14 gennaio fino al 10 marzo 2013.

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MAHA KUMBH MELA Sangam

Il Kumbh Mela è il più grande raduno religioso al mondo, uno dei più potenti spettacoli messi spontaneamente in scena dall’uomo. Sangam presso Allahabad si è improvvisata una città nella città per accoglierlo in un’area di 50 chilometri quadrati: 10 ospedali, 18 ponti galleggianti, 40 caserme con 14 mila poliziotti, soldati e forze antisommossa impegnati giorno e notte a controllare gli 11 enormi accampamenti; sempreviva notte e giorno con strade sterrate su un progetto a pianta squadrata, traffico veicolare vietato per problemi di sicurezza, essa è risultata una caotica tendopoli a cielo aperto per i pellegrini indiani con baracche a ridosso una dell’altra, con onnipresente puzzo di piscio e merda, caldo di giorno e freddo pungente di notte, oltre ad una serie di campi tendati organizzati per turisti e visitatori. In questo caos improvvisato c’è una bolgia dantesca di personaggi in cerca ognuno del proprio karma con pellegrini hindù accampati in attesa del proprio bagno purificatore nelle acque; la folla che ne viene fuori è indescrivibile come anche le scene della vita quotidiana, ai nostri occhi amplificate per il più alto concentrato di varia umanità osservabile in corso di diversi viaggi nell’intero subcontinente indiano. Ogni piccolo spazio sulle sponde del fiume è sufficiente per bagnarsi meditando e pregando, mentre nelle adiacenze mendicanti fanno la questua, tra pecore smunte, qualcuna con le mammelle coperte da sacchetti di stracci per evitarne lo svuotamento con la suzione dei capezzoli da parte degli agnellini, e vacche sacre erranti, qualcuna riparata dalla coperta invernale, che vagano indisturbate tra mucchi di spazzatura, mentre poco più in là qualcuno si improvvisa barbiere per chi vuole pulire il corpo e presentarsi in grazia di Visnù al bagno, e qualche altro per nulla nascosto poco più in là defeca indisturbato! Non c’è tempo e spazio per nessuno e l’improvvisazione regna sovrana nel contendersi un misero spazio espositivo da parte di onnipresenti commercianti di collane, fiori o qualunque mercanzia utile al sostentamento quotidiano dell’immensa comunità brulicante, con la presenza di storpi di ogni età e freaks occidentali dal total look indiano in cerca di nirvana e sicuri trip, fumi e sogni. Tenersi per mano è quasi d’obbligo e spesso basta aggrapparsi ad un lembo del vestito del congiunto che precede, per rimanere legati e non perdersi nella folla oceanica che si muove senza coordinate direzionali

LEGAMI

LEGAMI

Non mancano turisti in evidente crisi mistica, giapponesi con la mascherina sulla bocca e fotografici eccitati ed accessoriati con apparecchiature super sofisticate pronti a zoommare con il tele fino alle gengive! Sangam, la babele mistica è vissuta notte e giorno dentro e fuori gli stands o le grandi tende adibite ad ashram, dove ci sono i massimi rappresentanti delle scuole dell’ hinduismo tradizionale, i Pandas (guide religiose e spirituali) nelle svariate tipologie di Sâdhu, guru, yoghi, asceti, santi o presunti tali, che lasciano in questa occasione il loro eremo più nascosto nella giungla o la loro sede abituale per dare il loro contributo personale a chi con fede vuole accostarsi loro per conoscenza o curiosità o rinnovata devozione, dispensando sermoni, consigli e anche un pasto caldo. Come in ogni fiera che si rispetti, il guru o Sâdhu affiancato dai propri adepti propone la sua fede, benedicendo chiunque si accosti a lui con il palmo della mano, simbolo dell’”Abhaya”, e disegnando la tikka di polvere colorata sulla fronte, simbolo augurale di lunga vita, prosperità e felicità, lasciando libero di ascoltare i sermoni promozionali dell’imbonitore di turno, spesso coreograficamente agghindato con aureole e sontuosi copricapi, presi a modello dal ricco empireo induista. I Sâdhu sono dei rinuncianti, troncano ogni legame con la loro famiglia, non possiedono nulla o poche cose e passano la loro vita a spostarsi sulle strade dell’India e del Nepal, nutrendosi dei doni dei devoti; si vestono con un longji o una tunica (di color zafferano per gli shivaiti, gialla o bianca per i Viṣṇuiti, che simboleggia la santità) e spesso con qualche collana; al loro fianco c’è l’onnipresente Tridente (simbolo di Shiva), che rappresenta il Tempo e che è anche disegnato sulla loro fronte con un vistoso motivo a tre punte. In giro anche tanti falsi Sâdhu che montano un tronetto qualsiasi sul tetto di un carro, una macchina, o un camioncino, e vanno in giro benedicendo la folla e promettendo il Nirvana; fanno così da tempo e il raduno del Kumbh Mela è un’occasione da perdere. Sulla strada polverosa c’è anche un Sâdhu disteso seminudo su un letto spinoso di euphorbia con un cestino ai piedi atto a ricevere le offerte in denaro dei passanti; tiene gli occhi chiusi in atto di concentrazione ai fine di raggiungere il distacco sensoriale del corpo, mentre un adepto vigila su di lui detergendo il suo sudore.

MAHA KUMBH MELA 3 Urdhwavahurs

MAHA KUMBH MELA 3 Urdhwavahurs

Chissà? Sarà un vero o falso Sâdhu?  I diversi punti di bagno lungo le rive sono presi d’assalto; è usuale osservare il fedele entrare con atteggiamento profondamente devozionale nelle acque del Gange, congiungendo le mani al cielo, accendendo una piccola candela “Diya”, lasciandola galleggiare su una foglia come barchetta, esprimendo un desiderio e invocando la benedizione divina affinchè la sua anima sia lavata da tutti i peccati, dai residui del proprio Karma (Azioni) e liberata dal ciclo della vita, morte e rinascita, detto “Samsara”. Stretti in pochi metri quadrati tutti sudati, vestiti o mezzi nudi, attenti a non annegare, dopo un po’ sorridono e si spruzzano come bambini, assolvendo il semplice rito della purificazione; qualcuno beve anche l’acqua con un semplice gesto che agli occidentali disgusta per l’inquinamento in essa contenuto, qualche altro la conserva in bottiglie o bidoni da portare via, come ex voto per benedire la propria casa, come farebbe il fedele cattolico con altrettanta devozione al ritorno dal Santuario di Lourdes. A riva mamme preparano i bimbi spogliandoli nudi per una sorta di bagno integrale corporale e santo insieme; più in là una sorta di comunità vestita con tuniche bianche danza intorno ad una statua, un feticcio che rappresenta una divinità minore, ballando e battendo le mani. Gruppi di Akharash (associazione di diverse sette di Sadhu Vairaghis yogi o hindù rinuncianti) marciano avvolti nelle loro tipiche tuniche arancione, muovendosi da un ashram all’altro, benedicendo chi incontrano con il palmo della mano in avanti. Vicino al ponton 14 c’è il quartiere generale con le tende dedicate ai Naga Baba.

MAHA KUMBH MELA Naga Baba e Chilum

MAHA KUMBH MELA Naga Baba e Chilum

Essi sono asceti e mendicanti che hanno rinunciato a tutto, generalmente nudi, corpo e viso completamente cosparsi di cenere, simbolo di morte e di rinascita, portano barba e capelli lunghissimi e intrecciati su se stessi con nodi detti Dreamlocks, che con il tempo è impossibile sciogliere, al collo una collana lunghissima fatta di bacche di rudraksh, un albero sacro, o di perle, 108 come il numero della creazione materiale, e spesso ai lobi due grandi orecchini, che indicano le loro percezioni extrasensoriali; alcuni hanno invece i capelli raccolti in chignon ornati con collane di vetro e hanno disegnato sulla fronte un simbolo con tre linee orizzontali, dipinte con le ceneri e polveri colorate, che rappresenta le tre divinità principali, i tre mondi, mentre in mano reggono un rosario di 50 perle, le 50 lettere dell’alfabeto sanscrito; accanto a loro ci sono sempre il “Trisul”, tridente, simbolo di Shiva e del Tempo, il chilum, una pipa con cui fumano hashish e ganja (come Shiva è solito fare, per strappare il velo della “maya”) e un vassoio per la raccolte di soldi e offerte da parte dei pellegrini visitatori. Circondati da adepti e testi sacri, seduti in genere su una pelle di tigre, simbolo di potere che mostra il suo dominio sul mondo animale, praticano i tapas (recitazione di sacri mantras), rituali magici, controllo del respiro, il voto del silenzio, yoga, meditazione e mortificazioni fisiche varie, alla perenne ricerca dell’unificazione di corpo e anima, accettando di essere ripresi dai numerosi photomakers. La pratica dei tapas tende ad aumentare la loro energia spirituale permettendo di raggiungere uno stato di semi-divinità; alcuni per arrivare all’ascesi sono capaci anche di restare in piedi per anni, stringersi i pugni fino a far uscire le unghie dalla carne. Praticano anche l’astinenza sessuale, perché essendo l’energia sessuale una fonte primaria di tale energia spirituale, l’astinenza permette di aumentarla. L’atmosfera mistica dentro i loro spazi è a volte spezzata da scatti incontrollati di ira nei confronti di chiunque osteggiasse la loro suscettibilità. Alcuni “Chela”, allievi dei Naga Baba, riccamente vestiti avanzano in processione facendo la questua ai presenti e passanti di una povera manciata di riso, semola o cibo per il sostentamento quotidiano!  Il Kumbh Mela è un raduno oltre che di Naga Baba anche di Urdhwavahurs, che credono nel sottomettere il corpo attraverso severe austerità, di Parivajakas, che hanno fatto voto di silenzio e vanno in giro a tintinnare campanellini per convincere la gente fuori del loro modo,

MAHA KUMBH MELA Parivajakas

MAHA KUMBH MELA Parivajakas

di Shirshasins, che stanno tutte le 24 ore del giorno in atto di meditazione con i piedi sulle loro teste in un equilibrio precario, e infine di Kalpvasis, meditanti che eseguono ripetuti riti e fanno il bagno tre volte al giorno. Il più importante dei 7 bagni in programma è il Mauni Amavasya Snan (letteralmente «Il giorno del silenzio» o «Bagno reale»), che per tradizione e perfetta congiunzione astrale ha fatto del 10 febbraio 2013 il giorno più santo e propizio del Maha Kumbh Mela, quello della Luna Nuova. In seguito alle previsioni degli astrologi, la festa ha inizio quando il pianeta Giove entra in Acquario e il sole in Ariete, congiunzione astrale che si verifica soltanto ogni 12 anni e che rende eccezionale l’avvenimento. Con un simile allineamento planetario infatti, si creano le condizioni ideali per una perfetta meditazione e concentrazione. Il 10 febbraio siamo stati presenti tra circa 10.000.000 di fedeli; nei giorni circostanti a tale data sono morte vicino al fiume decine di persone schiacciate dalla folla e altre 36 per colpa del crollo del ponte pedonale della stazione di Allahabad: una tragedia, non certo annunciata, ma prevedibile, in quanto con milioni e milioni di persone in giro si sa che poteva andare peggio. Anche nel Kumbh Mela la morte fa parte della vita ! In questo giorno l’impegno di ogni induista è rivolto contro il mondano e materiale, come la lussuria, l’avidità, la rabbia e l’invidia, ed è diretto a donare cibo, soldi e vestiti ai santi bisognosi, osservando il voto di silenzio, conosciuto come “Maun Vrat”. La vigilia del Bagno Reale o Giorno del Silenzio i nostri animi sono eccitati per l’avvicinarsi dell’evento clou, preparandoci a gruppetti nel cuore della notte per raggiungere il luogo magico alle 4 del mattino, atteso da tutta l’eterogenea umanità di Sangam per il bagno purificatore più importante, stimato dalle ottimali condizionali astrologiche.

Mauni Amavasya Snan : folla oceanica

Mauni Amavasya Snan : folla oceanica

Nel caos ancora più indescrivibile, tra un’oceanica folla delirante e itinerante, in attesa della processione dei Naga Baba, finalmente al primo chiarore della luce gruppi compatti di essi raggiungono tutti nudi e inceneriti da capo a piedi la grande spiaggia “Sangam” danzando e urlando verso il fiume, brandendo bastoni, lance e tridenti

Mauni Amavasya Snan : pronti al Bagno Imperiale

Mauni Amavasya Snan : pronti al Bagno Imperiale Foto : S. Renesto

Un paio di essi si lascia andare in una spontanea performance, annodando il pene intorno a un bastone che fa girare a 360 gradi come se fosse il timone di un veliero, mentre un altro Sâdhu sale sul bastone stesso per aumentarne con il peso del proprio corpo la pressione su esso, dando il segnale evidente del raggiungimento del distacco corpo-mente e mandando in visibilio i fortunati astanti! Dietro di loro semplici pellegrini si rotolano e si prostrano sulla sabbia dove i santi uomini hanno camminato, alcuni si gettano la sabbia sopra il capo come se si stessero immergendo nell’acqua sacra. Tra i primi a immergersi vi sono gli Juna e i Naga, mentre la polizia e i servizi d’ordine dispensano manganellate a chi si avvicina un po’ troppo oltre un misero cordolo di sicurezza. L’eccitazione è tanta, ma la confusione e la calca sono tali che non a tutti è consentito di avvicinarsi in prima fila per l’osservazione e partecipazione al sacro evento. Tra i Naga Baba c’è una sorta di competizione a chi si bagna per primo al sorgere del primo raggio di sole per raggiungere l’agognata “Samsara”, correndo e distaccando gli altri con più capacità e fanfare di trombe e suoni di conchiglie e campanelli, e scompigliando all’indietro a mo’ di raggio i loro tipici Dreamlokcs, con le mani in aria ad invocare il sole in direzione della prima luce.

Mauni Amavasya Snan : Samsara

Mauni Amavasya Snan : Samsara  Foto : S. Renesto

Il momento è magico, e tutti è assorbito in esso. A questa vista, cercando dove possibile il proprio spazio, come un rito ipnotico tutti s’immergono in atto di devozione alla ricerca del raggiungimento del proprio spirito di santità, fortuna e salvezza, per il conseguimento della “Moksha”, finche anche il fiume diventa un oceano brulicante di folla anche qui, mentre il sole dispensa la sua piena luce ed energia magica. Dopo il bagno, i pellegrini indossano abiti freschi e procedono a piedi ad ascoltare discorsi e sermoni sacri all’interno delle varie comunità di Sâdhu e ashram.

Mauni Amavasya Snan

Mauni Amavasya Snam : Giorno del Silenzio Foto : S. Renesto Foto : S. Renesto

Anche la nostra Samsara viene compiuta e la soddisfazione di essere presenti a questo giubileo hinduista è tale da sopportare nell’immediato presente l’allontanamento fisico da Allahabad in direzione di Varanasi, con una strombazzante e lentissima processione di automezzi, che seguiamo incolonnati in uscita da Sangam, consapevoli e rassegnati dell’arrivo a tardissima ora. Nella riflessione maturata in seguito alla partecipazione a questo evento c’è invece la certezza interiore di avere fatto anche noi un pellegrinaggio, sia con la mente che con lo spirito. Le nostre anime adesso al rientro a casa sono colme di una verità assoluta, che traboccando di positività hanno il desiderio di raccontare e travasare il vissuto esperienziale a chi materialmente non ha potuto essere al Maha Kumbh Mela. Anche la nostra SAMSARA è compiuta ! Se questo è chiamarsi turisti o pellegrini…non ha importanza!

( dal viaggio INDIA MAHA KUMBH MELA : febbraio 2013 )

LEGGI ALTRO REPORTAGE SU INDIA – LADAKH (PASSAPORTO PER IL NIRVANA),             CLICCANDO SUL LINK SOTTOINDICATO  https://russogiuseppefotoeviaggi.wordpress.com/racconti-aneddoti/india-ladakh/

2 pensieri su “INDIA I MAHA KUMBH MELA

    1. Russo Giuseppe Autore articolo

      grazie di cuore…dietro il VERY BELLO c’è un rinnovato affetto d’amicizia e stima di chi ha condiviso con me ed il mio meraviglioso gruppo questa grande esperienza di viaggio, fotografia e pellegrinaggio mistico dentro la religione indiana

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